Comandante Cacciotti

La prima di settimana del febbraio 2022 ha visto l'arrivo di un nuovo campione: il comandane Cacciotti, a capo di 1700 uomini, guardie private, con cui è in grado di fare una guerra, o quantomeno neutralizzare Parenzo.

Il personaggio ha una storia alle spalle, che non emerge nei ristretti tempi radiofonici di una telefonata alla Zanzara.
E quindi le sparate del Comandante all'indirizzo di Parenzo, non sono un punto di partenza per la profilazione di un carattere, ma sono espressione di un personaggio di per sé consolidato e strutturato, per capire il quale è utile rileggere quanto scrisse su di lui Paolo Berizzi, sulla Repubblica del 4 gennaio 2019:

Andrea Cacciotti. Chi è costui? È il "comandante" di Security National (guardie giurate e operatori della sicurezza). Una figura controversa: nel 2009 propose alla presidenza del Consiglio (governo Berlusconi) un video che - secondo lui ritraeva «un europarlamentare e una deputata mentre fanno sesso» (i due soggetti sarebbero stati Roberto Fiore e Alessandra Mussolini).

Cacciotti voleva un milione di euro: fu indagato per tentata estorsione.

Il giornalista spiega poi come nel 2017 Cacciotti si sia prodigato per ottenere tramite Salvini un impegno da parte della Lega per il settore della vigilanza privata: in particolare il sostegno a un progetto - "SOS Italia" - per l'uso di guardie giurate nei comparti sicurezza e salute. 

A giugno, appena insediato il governo, Salvini fa un video nel quale promette a «tutte le donne e gli uomini che fanno le guardie giurate - che per ora lo Stato considera un gradino più in basso -, che farò di tutto per portarvi a un livello di serenità e di dignità come tutte le altre forze dell'ordine».

L'iter allo studio - governo e A.N.G.G.I. (Associazione nazionale guardie giurate italiane) - prevedeva la trasformazione delle guardie giurate in una polizia civile. A ottobre i rappresentanti dell'associazione di categoria vengono ricevuti in Senato dai deputati leghisti Barbara Saltamartini e Zicchieri. Poi, più nulla. I vigilantes avevano riposto speranze nel recente decreto sicurezza, ma le promesse sono rimaste inevase: nessuna traccia dell'impegno preso da Salvini.

Risultato: Security National e alcuni rappresentanti di A.N.G.G.I. hanno comunicato la "rottura" dell'asse con il capo del Viminale.

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