Michele Serra e Belvaman
Vi leggo una cosa: «Forse sto diventando vecchio e digerisco peggio e con maggior fatica le cose nuove, i cambiamenti di linguaggio e di costume. Ma se sento alla radio una persona gridare per molti minuti “Mongoloide, tu devi finire a Dachau” a un’altra persona, e un rosario di atroci insulti razzisti e no, io ci rimango male, anzi malissimo, e mi si chiude lo stomaco, mi si velano gli occhi». Avrete sicuramente riconosciuto l’autore di queste righe…
P: Certo. Il 12 maggio scorso Michele Serra trovò ispirazione, per L’Amaca che scrive tutti i giorni sulla «Repubblica», in una telefonata di un nostro ascoltatore. Non era la prima volta che Serra ci attaccava già il mese prima si era arrabbiato moltissimo per lo scherzo telefonico al “saggio” Onida. D’altronde, Serra ha ammesso di ascoltare occasionalmente La Zanzara quando è in macchina.
C: Evidentemente è molto sfortunato… Ci ascolta sempre nei momenti più trash, se vogliamo chiamarli così. Per la cronaca, il «mongoloide» e l’augurio di finire a Dachau, cui fa riferimento nel suo articolo, erano rivolti a Parenzo.